movie Save Our Souls! In the spotlight, the latest film from Abel Ferrara “Mary” O nce more, Hollywood’s most unusual director goes for the contemporary spectator’s stomach, hitting hard with an uncomfortable quest for truth. Difficult, controversial, and unsettling, Abel Ferrara is back with “Mary” (Award from the Jury of the 2005 Venice Festival). He’s the author of one-ofa-kind films, like “Il Cattivo Tenente”, “The Addiction”, “Fratelli”. Half Irish and half Italian, he grew up in the Bronx, which lingers in his manner. Again, Abel shuffles the cards of his artistic/spiritual deck, which includes elements like desperation, pride, evil and redemption. This time the story was inspired by the reflections of theologian Ajean-Yves Leloup on the role of Mary Magdalene in the life of Jesus. No longer a prostitute, as tradition would have it, but one of the Master’s disciples (perhaps, his favorite). She was at odds with Peter, as we gather from the apocryphal gospel of Thomas. Mary is played by Juliette Binoche. As usual, in Ferrara’s movies, something always goes wrong: Tony’s problems are too much for him, a hemorrhage causes Ted’s wife mortal injuries. The anchor-man (Forest Whitaker), is desperate for his family, and falls to his knees crying out to God: “Take me, not them, take away this cross!” In conclusion, this 80-minute movie is strewn with pieces of truth woven into the narrative flow. Keep in mind that this is one director who put his soul on the line to get us to understand that there is a 2000year-old question that each of us needs to be concerned about. Are you saved? by Fausto Perenne Voglia di salvezza Riflettori puntati sull’ultima fatica di Abel Ferrara, Mary I ndigesto, duro, scomodo, controverso, inquieto. Torna Abel Ferrara con il film Mary (Premio della Giuria al Festival di Venezia 2005), insieme a tutti gli aggettivi che da sempre accompagnano la carriera di un cineasta tra i più anomali dell’industria americana, autore di pellicole irripetibili come Il cattivo tenente, The Addiction, Fratelli. Metà irlandese metà italiano, cresciuto fino a 13 anni nel Bronx, di cui porta cucito addosso lo spietato realismo, Abel rimescola ancora una volta le carte del suo mazzo artistico/spirituale fatto di disperazione, orgoglio, male e redenzione, questa volta ispirandosi alle riflessioni del teologo Ajean-Yves Leloup sul ruolo di Maria Maddalena nella vita di Gesù: non più una prostituta, come ce la racconta la tradizione, ma un’allieva del Maestro (forse la prediletta), in disputa con Pietro, come suggerirebbe il Vangelo apocrifo di Tommaso. Mary è qui un’attrice, Juliette Binoche, cui spetta dunque il ruolo della Maddalena nel film “Questo è il mio sangue” del regista Tony Childress (Matthew Modine), attrice che, una volta ultimate le riprese, non riesce più a staccarsi dal suo per- L U X U R Y sonaggio, anzi decide di “seguirlo” rimanendo a Gerusalemme. La sua vicenda incrocia quella di Ted Younger, anchor-man di un programma televisivo di successo sulla vita di Cristo (Ferrara gli porta come ospiti lo stesso Leloup, ma anche Amos Luzzato, presidente della Comunità Ebraica Italiana e un monaco benedettino). Ted vuole Tony e Mary nel suo show. Il primo accetta, mentre si scatenano le polemiche sul suo film, dal quale finisce per essere inghottito (e la condanna gli arriverà proprio da Ted in trasmissione: “Perché se Gesù è l’amore, tu vuoi distruggere l’immagine di Gesù?”). Mary rimane lontana, come una voce fuori campo che s’intreccia con la storia di uomini lacerati dalla loro distrazione (la moglie Ted rischia di perdere il bambino, mentre lui è troppo impegnato a far andare a vanti la sua carriera, per la quale è disposto anche a tradirla) o la propria presunzione (Tony fa parlare Cristo, attraverso la Maddalena, secondo categorie rischiosamente filosofiche). Come sempre in Ferrara, tutto si complica, si ingarbuglia lacerandosi: le polemiche inghiottono Tony, un’emorragia ferisce mortalmente la moglie di Ted. Mentre esplodono interrogativi radicali che i protagonisti non possono più eludere: la natura del male, l’amore di Dio. Così l’anchor-man (Forest Whitaker), disperato per la sua famiglia, crolla in ginocchio senza più capire niente, e supplica Dio piangendo: “Prendi me, non loro, toglimi questa croce!”. Per il resto, schegge di verità sparse per più di 80 minuti in una pellicola dal flusso narrativo discontinuo e intellettualismi che mettono a dura prova la pigrizia di chiunque. Ma su tutte, un regista che si è dannato l’anima pur di farci capire che da duemila anni c’è una questione che ci riguarda. Molto da vicino. S t y l e o f L i f e 9ажда спасения свете софитов последнее творение Абеля еррары: кинофильм «'ария». жизни 4риста: не падшая, как утверждает традиция, а, возможно, самая любимая последовательница Учителя, ведущая спор с "етром, о чём говорится в апокрифическом 7вангелии от омы. 8оль 'арии сыграла 9юльетт $инош. ;ак всегда у еррары, всё осложнено: споры поглощают <они, кровотечение грозит смертью жене <еда. <елеведущий (орест Уитакер), переживая за семью, в отчаянии падает на колени, ничего не понимая, и, плача, умоляет $ога: «озьми меня, не их, сними с меня этот крест!» сюду на протяжении 80 минут прерывистого киноповествования рассеяны крупицы правды. о главное в фильме – режиссёр, отдавший ему всю душу, чтобы заставить нас понять, что две тысячи лет жив вопрос, который касается каждого. + весьма близко. очередной раз самый неординарный режиссёр олливуда метит прямо в сердце современного человека, волнуя своим нелёгким поиском истины. астойчивый, неудобный, спорный, беспокойный Абель еррара, автор неповторимых лент «"лохой лейтенант», «#ависимость», «$ратья», возвращается с фильмом «'ария», удостоенным премии жюри на енецианском кинофестивале 2005 года. аполовину ирландец, наполовину итальянец, до 13 лет проживший в $ронксе, от которого у него реализм в крови, Абель вновь перетасовывает карты своей художественно-духовной колоды, сложенной из отчаяния, гордости, боли, искупления. а этот раз режиссёр черпает вдохновение в рассуждениях богослова А.+. /елупа о роли 'арии 'агдалины в L U X U R Y 57 S t y l e o f L i f e